Negli ultimi mesi, nell’ordine:
ho trovato lavoro;
ho fatto un bellissimo viaggio in Utah con Tommaso che mi ha lasciata con un inaspettato desiderio di visitare tipo tutti i parchi nazionali;
ho firmato un contratto per affittare un bellissimo trilocale con Tommaso;
ho passato un delizioso weekend a Chicago con Federica e Filippo e pensato che ci potrei vivere;
ho finito la tesi;
mi sono addottorata (!!);
ho fatto una festa bellissima in un giardino pieno di gente che sembrava davvero felice di essere lì;
ho fatto un altro bellissimo viaggio, questa volta con i miei genitori, in Maine e a Montreal.
Nel frattempo ho anche letto diversi libri (ma nessun capolavoro), visto diversi bei film, un buon numero di spettacoli teatrali (inclusi un paio memorabili), provato un sacco di emozioni forti, e, grazie a uno stupendo regalo ricevuto per la mia laurea, pensato molto a questo spazio virtuale.
Mentre tengo in mano una copia rilegata di tutto quello che ho scritto qui finora, mi sembra allo stesso tempo tanto, e poco. Tanto, perché oggettivamente il volume pesa molto, ha una consistenza “fisica” che inequivocabilmente segnala quanto ho condiviso negli anni. Poco, perché in effetti mi sembra di aver sempre difficoltà a negoziare lo spazio e il tempo necessario per curare questi resoconti, e perché nel navigare fra il format della lettera, quello del diario, e quello del “blog”, non sono mai sicura di trovare il grado giusto di intimità.
Qualche tempo fa ho letto un post la cui autrice scriveva che teneva il suo diario personal assumendo che qualcuno l’avrebbe letto in futuro: questo è l’unico modo, per lei, di impegnarsi davvero a ricapitolare quello che le succede, e nel cercare di “abbellire” con una narrativa gli eventi si sente in qualche modo di andare più a fondo nel processarli. In un certo senso anche la psicoterapia si basa sull’idea che è nel narrare la nostra vita a qualcuno che se ne capiscono gli schemi e le nevrosi.
Siccome queste mie parole sono su Internet (direttamente nella casella di posta di amiche, amici e parenti che negli anni ho più o meno costretto a darmi i loro indirizzi email, ma indirettamente sotto gli occhi di chiunque potrebbe capitare su questa pagina) le scrivo sempre tenendo a mente che le leggerà qualcun altro. Inizialmente lo scopo era proprio tenere attivo un canale di comunicazione nonostante la distanza, e questo scopo continua a valere, e tutto sommato anche ad essere raggiunto. Per esempio, tantissime volte qualcuno che non sento da un po’ mi ha scritto dopo avermi letto (soprattutto ciao Roberto), altre volte ancora continuo offline le conversazioni che comincio lanciando queste missive.
Ci sono però altre ragioni che mi riportano su questa pagina: ordinare i miei pensieri, come diceva la ragazza del post che ho linkato prima; capire, mentre scrivo, cos’è che sto tacendo, perché io non mi accorgo di avere dei segreti finché non comincio a parlare e posso notare cosa non mi esce dalla bocca; prendermi tempo (sempre diverso, mai abbastanza) per ricordarmi cosa mi importa. Perciò rieccomi.
Sto raccogliendo un po’ di idee sui miei viaggi recenti, e leggendo storie che provengono dai posti che ho visitato nella speranza di capirli meglio: ci rileggiamo, a breve, con due inviti di viaggio (rispettivamente, dallo Utah e dal Maine) sulla scia di quello che avevo mandato dalla Florida.
Un abbraccio,
Ludovica
Per sottrarsi a questi inviti basta cliccare qui. Le vecchie missive spedite dal 2019 al 2023 sono custodite qui. Quelle dal 2024 ad oggi sono qui. Potete inoltrare questa mail a qualcuno che vi piace.